mercoledì 23 novembre 2011

Indignados anche in Cina. Scioperi e proteste per bassi salari e licenziamenti.

Indignados anche in Cina. Scioperi e proteste per bassi salari e licenziamenti.

Post n°489 pubblicato il 18 Novembre 2011 da francesco1375
Dalle rade fonti indipendenti che trapelano dalla muraglia censoria del regime cinese (twitter).
In tutta la fascia industrializzata del Sud Est della Cina sono in corso scioperi a ripetizione che si protraggono da circa un anno.
Le proteste, talvolta molto accese, sono organizzate soprattutto dalla fascia più giovane degli operai.
Costoro pare si siano stufati delle pesantissime condizioni di lavoro cui sono sottoposti per consentire al paese asiatico di fare incetta di capitali esteri.
Capitali che evidentemente non finiscono nelle loro tasche dato che un'altra fonte di mal contento sono i salari bassissimi.
Non è escluso però che la protesta non abbia anche radici più profonde, che affondino cioè nel desiderio di democrazia.
Alle proteste degli operai si stanno ora aggiungendo quelle di altre categorie: la scorsa primavera i camionisti hanno bloccato per tre giorni Shanghai, ed i tassisti nella provincia centrale dell'Henan.
L'ultima grande protesta si è svolta nel Guangdong in una grande fabbrica di scarpe di proprietà Taiwanese e che lavora per importanti marchi sportivi stranieri.
La fabbrica è in fase di ristrutturazione aziendale per abbassare ulteriormente i costi di produzione, al che gli operai si sono decisi a scendere in piazza.
Alla manifestazione hanno partecipato 7000 degli 8000 dipendenti.
Insomma, anche la tanto decantata Repubblica Popolare Cinese, tanto amata dai fanatici della globalizzazione, non sembra trarre grandi benefici reali da dieci anni di mercato selvaggio. Almeno per quanto riguarda la popolazione.

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