Post n°482 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da francesco1375
Oggi,secondo alcuni economisti, l'economia "delle borse", è più di quattro volte superiore rispetto a tutta la ricchezza prodotta nel mondo.
Ovviamente si tratta di una distorsione grave dell'economia finanziaria.
Si tratta di una specie di immensa truffa di cui gli speculatori finanziari sono sia vittime che carnefici di loro stessi.
In sostanza, ad un certo punto accanto alla ricchezza reale, si è affiancata una ricchezza teorica ma inesistente.
Questo stato di cose era noto ed esisteva già da molti decenni e sembrava funzionare.
Un tempo, la ricchezza finanziaria e quella reale coincidevano quasi completamente. Ad un certo punto ci si rese conto che si poteva anche creare "a tavolino" una ricchezza inesistente che, immessa sul mercato, favoriva la dinamicità dell'economia.
Il sistema fu istituzionalizzato negli anni settanta, quando gli Stati Uniti decisero di usare massicciamente questo sistema per uscire da una gravissima crisi economica che l'occidente attraversava in quegl'anni.
Slegare la finanza dall'economia reale, permetteva di avere una ricchezza inesistente in concreto, ma reale e spendibile realmente.
In parte questa idea ha funzionato, ma fino a che il mercato era abbastanza limitato teritorialmente e le tecnologie non erano adeguate a movimentare immense masse di denaro senza alcun controllo dei governi.
Ma a partire dal 1990è cambiato il contesto.
Ecco quindi perchè il sistema è impazzito: il mercato è diventato immenso facendone parte tutti i paesi del mondo ; L'elettronica di massa ha consentito di spostare immense quantità di denaro in pochi istanti; Il sistema legislativo internazionale ha esplicitamente ridotto i controlli finanziari sui flussi.
A questo punto la finanza ha perso ogni legame con la ricchezza reale, (quella prodotta dall'industria, dal terziario, dall'agricoltura ecc. per intendersi) ed è diventato un sistema a se stante. In questo mondo di numeri digitati sui monitor, i soldi in realtà cominciarono a diventare sempre più nient'altro che numeri.
Chi viveva in questo mondo, comprava e vendeva, ma non si rendeva conto dell'inesistenza reale di quello che contrattava.
Ad un certo punto, cosa è successo?
Ci si è resi conto che la sproporzione tra soldi teorici e soldi reali era diventata gigantesca. Che cioè milioni di investitori grandi e piccoli avevano nelle mani una "moneta" che in raltà non valeva nulla.
Nessuno si era accorto di questo per molto tempo (tranne alcuni economisti "dissidenti" ovviamente considerati alla stregua di guastafeste).
Poi la cosa è risultata evidente (o così grande da non poter essere nascosta perchè ricordiamoci che negli ultimi due anni sono state arrestate persone che trattavano miliardi di dollari inventati di sana pianta e non per ingenuità ma per truffare altri investitori).
A quel punto tutti hanno cercato e stanno cercando di vendere questa cartastraccia borsistica e ovviamente ben pochi sono interessati a comprarla.
Il problema è che banche e stati avevano fatto i loro conti credendo che questa ricchezza di fatto esistesse. Di colpo si sono resi conto che non esisteva, che in cassa avevano in valore reale cinque o sei volte meno dei soldi che pensavano di avere.
Ma questo a noi serve per capire più o meno ciò che è accaduto negli ultimi due anni nella finanza e cosa sta accadendo.
Però per capire cosa accadrà in futuro bisogna vedere il punto in cui questa corsa al ridimensionamento terminerà. E questo punto sarà quando l'economia della finanza sarà prossima all'economia reale.
In parole povere, quando la crisi sarà finita (probabilmente nel 2013) la ricchezza finanziaria non sarà la metà di quella attuale, ma probabilmente la metà della metà.
A questa riduzione però non è detto che corrisponda una analoga riduzione della ricchezza reale, anzi la cosa è molto improbabile perchè, solo una minima parte dell'economia finanziaria è in qualche modo legata al prodotto interno lordo mondiale. Questo si ridurrà certamente, potrebbe tornare ai livelli degli anni '70 (quando però dava da vivere a tre miliardi di persone in meno), oppure fino ai livelli degli anni '90 (siamo già tornati più o meno ai livelli del 1992 dicono molte analisi).
Molto dipenderà da cosa si farà.
Ma non da cosa si farà per puntellare un periodo storico che ormai è finito e non tornerà come tutti i periodi storici della storia.
Quanto diventeremo o non diventeremo poveri dipenderà da quello che l'essere umano riuscirà a ideare per creare un nuovo ambiente economico diverso nel quale vivere.
Il mondo in cui viviamo è già un'altro mondo. Stiamo assistendo ai vagiti di un nuovo periodo storico, quello vecchio è ormai un ricordo. Sono davvero patetici (nel senso buono del termine) quei politici che tentano in ogni modo tenere la testa rivolta indietro. Credo sia il momento di guardare avanti, E' appena nato il settemiliardesimo abitante della terra,non possiamo mandare l'umanità nel baratro per una nostalgia di un mondo finito, e ciò non accadrà.
Io non penso che il prossimo sistema sarà diversissimo da quello precedente. Sarà si molto diverso, ma non ci sarà una rivoluzione copernicana.
Sarà la differenza che c'era tra il mondo del 1984 e quello del 1994, tra il mondo del 1950 e quello del 1980, per intenderci.
Alla fine tra cinque o sei anni, alla conclusione dell'inevitabile periodo di transizione, staremo quasi tutti meglio. Io almeno la penso così.
Scusate se questo post non è chiarissimo, consideratela una bozza di appunti buttati giù dopo una giornata di lavoro.
Un grande saluto a tutti,
ciao,
Francesco.
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