Incidente nucleare in Egitto.
Un incidente, per fortuna sembra piuttosto limitato, è avvenuto in un reattore nucleare egiziano.
Le notizie sono pochissime, ma si sa che l'incidente deve essere avvenuto il 3 giugno.
Infatti il primo sito a darne notizia (CNN) http://ireport.cnn.com, pubblica l'articolo il 4 e sembra l'incidente sia avvenuto il giorno prima.
Perchè è importante: faccio notare che sarebbe il terzo incidente in quatto mesi ad essere avvenuto di Venerdì. Infatti la crisi di Fukushima è iniziata l'11 marzo (venerdì) e sempre di venerdì, il 18 marzo, la centrale canadese di Pikering ha versato nell'Ontario ben 73mila litri di acqua "lievemente" radioattiva, a causa di una "guarnizione difettosa" http://magazine.ciaopeople.com.
A me sembra strano questo ricorrere di un giorno preciso in una sequenza ravvicinata di eventi rari, comunque sarà una coincidenza.
L'incidente in Egitto è ovviamente preoccupante perchè avviene a due passi da casa nostra, ma appunto non sarebbe grave, a livello tre della famosa scala dei disastri atomici.
Una pompa del liquido di raffreddamento sarebbe esplosa con una perdita parziale di liquido di raffreddamento, senza tuttavia compromettere il reattore.
A seguito dell'esplosione (poi sarà da capire perchè esplode una pompa, non mi sembra normale), una quantità consistente di acqua radioattiva è finita nell'ambiente circostante. Se il livello è tre non dovrebbe ora essere uscita dall'impianto.
Il reattore Anshas, sul delta del Nilo, è stato al centro di oscure vicende.
Proprio l'altro ieri Weeki Leaks aveva rivelato un presunto piano USA per fare pressione sull'Egitto a causa di un rapporto dell'AIEA che aveva individuato particelle di uranio altamente arricchito in questo impianto che è sperimentale (non immetteva corrente nella rete nazionale) e risale agli anni '60. Questo plutonio poteva infatti far nascere il sospetto che l'Egitto stesse lavorando in segreto all'atomica. http://www.almasryalyoum.com
Ma ben prima, l'anno scorso, il direttore dell'impianto insieme al direttore della manutenzione, appena eletti, si erano subito dimessi denunciando una serie di irregolarità nella sicurezza, accusando addirittura un funzionario di avere rubato apparecchiature vitali del reattore senza che l'agenzia atomica nazionale fosse intervenuta adeguatamente.
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Il reattore era stato riattivato dopo una lunga interruzione ma non aveva avuto il permesso delle autorità internazionali per ripartire.
Questo aveva molto contrariato l'agenzia nucleare egiziana, già irritata dalle rivelazioni e dalle dimissioni del direttore dell'impianto, atteggiamento che aveva sempre contrastato e contestato (sbagliandosi evidentemente).
Infatti, anche se era a fine servizio e andava dismesso (probabilmente per la ben nota facilità ed economicità di una decommissione nucleare) per la centrale era in fase avanzata uno studio di potenziamento, al fine di usarla per produrre elettricità da immettere nella rete nazionale. https://www.arabfinance.com
Lo studio era condotto da ditte estere, soprattutto russe che tra l'altro stavano riesaminando tutto il progetto (che era solo sulla carta) per migliorarlo e la trattativa era poi ad un vicolo cieco per motivi relativi ai costi.
L'Egitto ha però deciso di riattivare il vecchio reattore così com'era, ignorando il divieto dell'AIEA che non lo riteneva sicuro. Si arriva così all'incidente.
Ieri, 11 giugno, il governo militare provvisorio ha rassicurato la comunità internazionale: niente fughe sul delta del Nilo. L'articolo sul sito governativo.
E' importante notare che, l'attuale governo provvisorio, ha ereditato la precaria condizione dell'impianto di Anshas dal precedente governo Mubarach.
Il vecchio regime, aveva edificato il reattore negl'anni '60 nell'ambito di un ambizioso programma nucleare poi fallito.
Il reattore sperimentale di Anshas era l'unico mediocre risultato del faraonico progetto.
Con gli anni quasta struttura era diventata una risorsa del tutto teorica ed un peso economico enorme per un paese povero come l'Egitto (dove la maggior parte della popolazione vive molto al di sotto della soglia di povertà).
Quindi aveva trascurato la manutenzione, decimato la manodopera qualificata e gli organi di controllo della centrale non furono adeguatamente controllati.
Per miracolo sembra proprio che non ci siano state fughe, ma l'incidente egiziano è gravissimo perchè pone ulteriori interrogativi alla comunità mondiale sulla possibilità di gestire centrali nei paesi in via di sviluppo.
Il reattore egiziano aveva il principale problema della manodopera, perchè questa, appena formata, se ne andava a lavorare all'estero.
Questa carenza di competenze era stata segnalata dall'AIEA come principale causa della mancata autorizzazione alla riattivazione.
Il reattore era fermo per manutenzione, (e questo è un altro problema gigantesco), perchè molti pezzi erano fuori produzione. Nessuno al momento della costruzione di un reattore può garantire che i suoi singoli componenti siano disponibili sul mercato dopo 20 o 30 anni, e infatti così non è.
Mekheimar Sami, direttore del reattore, prima di dimettersi per protesta aveva segnalato una gravissima situazione, paventando un incidente catastrofico che avrebbe potuto "rendere inabitabile la regione per decenni". Questo l'articolo originale del 19/09/2010 www.almasryalyoum.
Ciò non è avvenuto, l,'incidente non ha avuto ripercussioni fuori dalla centrale, ma le sue parole appaiono oggi sinistramente profetiche. Lui, come chiunque si interessa anche vagamente di nucleare, sa cosa può succedere in caso di incidente grave, per questo era terrorizzato dalle condizioni del reattore.
Chi invece, non sapendo nulla di nucleare, aveva grandi interessi economici, ovviamente lo ha messo a tacere.
Si giunge così poi alla rivoluzione egiziana, e al nuovo governo che ha potuto ormai fare ben poco.
Solo un miracolo ha salvato l'Egitto e tutti i paesi mediterranei (Italia compresa) dalla catastrofe.
Il Mediterraneo è un mare chiuso, ben diverso dall'immenso Pacifico che costeggia il Giappone. Un incidente come quello nipponico avrebbe reso inabitabile per sempre Nord Africa e Medio Oriente. Per questo urge una gestione internazionale dei rischi nucleari che vada ben al di la di quella attuale. E' di questo che si è finalmente parlato al recentissimo G20 di pochi giorni fa.
Rassegna stampa estera, selezione.
Esplosione reattore egiziano, il governo militare provvisorio rassicura: niente fughe sul delta del Nilo. L'articolo sul sito goverbnativo.
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