mercoledì 6 luglio 2011

Il sottosuolo di Fukushima potrebbe essere un giacimento di carbone. Se raggiunto dal nocciolo fuso, cosa accadrebbe?

Il sottosuolo di Fukushima potrebbe essere un giacimento di carbon fossile.
Il sospetto mi è venuto pochi giorni fa, quando ho letto una notizia su di un sito giapponese.
Dopo il terremoto, una copiosa sorgente di acqua termale è sgorgata nella prefettura di Fukushima. L'acqua, molto calda, sgorga nell'area di una vecchia miniera di carbone oggi abbandonata.
Da questa notizia, mi sono poi reso conto che Fukushima è una vecchia zona mineraria. Un tempo si estraeva il carbone.
Quindi, il sottosuolo della zona contiene giacimenti di questo materiale.
Questa cosa avrebbe una certa importanza.
Perchè un conto è se il nucleo fuso incontra, sprofondando nel sottosuolo, un substrato roccioso, un conto se trova un giacimento di carbone che, per altro, di solito contiene gas grisù, temutissimo dai ninatori.
In effetti, sul sottosuolo della zona non sono mai emerse molte notizie. E gli operatori sul campo non hanno mai parlato dell'esistenza di un substrato roccioso.
Sono i giornalisti e i tecnici esteri che hanno detto che il nucleo si sarebbe arrestato contro lo strato roccioso.
Alla Tepco è stato chiesto ufficialmente di creare una muraglia sotterranea intorno alla centrale, scavando una trincea riempita in cemento nel terreno e profonda venti metri, fino al "substrato roccioso".
Ma praticamente la ditta ha risposto che è praticamente impossibile. Perchè è troppo costoso come è stato detto o perchè invece della roccia, a venti metri di profondità c'è il carbone? La Tepco non ha mai detto che ci sia questo strato di rocce, e sta dispiegando sforzi enormi per raffreddare il nucleo fuso affinchè cessi di sprofondare.
Aggiornamento 2 luglio.
Fukushima verso stabilizzazione provvisoria.
Netti miglioramenti alla centrale. Il sistema idraulico provvisorio per ricircolo acqua raffreddamento è ora messo a punto e inizia a funzionare. Temperatura barre esaurite in calo. Stato nuclei fusi è ignoto ma la superficie forse è solidificata.
Resta purtroppo una situazione instabile da gestire per anni con grandi risorse.
Situazione contaminazione area circostante resta gravissima. Soluzione ancora non trovata.
Aggiornamento 3 luglio
Esplode tubo impianto provvisorio di raffreddamento a reattore 5. Oggi difficile operazione per sostituirlo.
Durante la sostituzione del tubo, la temperatura dell'acqua del reattore non dovrà superare i cento gradi, altrimenti si rischia un'altra fusione. I tecnici hanno a disposizione alcune ore. Sicuramente la situazione sarà risolta, ma questo dimostra la fragilità della soluzione escogitata per questo disastro: in sostanza, un complicatissimo sistema di raffreddamento di barre esaurite e nucleo fuso dei reattori, composto da chilometri di tubature in materiale plastico, vasche di raffreddamento e condensazione, filtri, pompe, tutto agiunto ex novo accanto alle rovine inservibili della vecchia struttura. Un meccanismo di raffreddamento che necessita di un monitoraggio e di una manutenzione continua. Tutto questo sospende l'evoluzione drammatica del disastro, ma avrà costi altissimi per anni ed anni, costringerà i tecnici ad avventurarsi in pericolosissime opere di manutenzione negli ambienti contaminati. Il problema è anche che il reattore non produce più corrente. Per cui qesta soluzione è anche economicamente pesantissima oltre che costantemente instabile. Il sarcofago di Chernobyl era un opera che in un certo senso si concludeva con la sua costruzione, dopo non richiedeva grossi interventi. Inoltre un reattore continuò a funzionare per molti anni, permettendo di ammortizzare in parte i costi. Il problema dei costi è importante, perchè alla fine è direttamente correlato alla sicurezza.
Ma comunque la soluzione scelta ormai è questa, non c'è che augurarsi che funzioni. Anche se il fatto che questi tubi esplodano e si fessurano, mi fa ipotizzare che non reggano bene la pressione. Ma basta sostituirli via via.
Articolo correlato: http://news.lu

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