Post n°543 pubblicato il 30 Ottobre 2012 da francesco1375
Credo che i partiti stiano sottovalutando pesantemente la situazione.
A noi cittadini in questo momento appaiono come un sistema del tutto autoreferenziale, e per di più in stato confusionale.
Chi non si riconosce in Grillo in molti casi non vota.
Il Movimento 5 Stelle, vince semplicemente perchè propone delle soluzioni a delle situazioni concrete.
Pensiamo ad esempio al peso che indubbiamente ha avuto nei referendum sul nucleare e l'acqua pubblica.
Nel pieno della crisi economica i partiti tradizionali hanno lasciato la patata bollente nelle mani di un tecnico. E i cittadini l'hanno capito che, di fatto, non sapevano dove mettere le mani per risolvere questa situazione drammatica. Per cui si sono affidati ad una persona competente, ma che può risolvere la situazione senza poi sottoporsi al giudizio elettorale. Questo ha fatto riflettere molto i cittadini.
Ma c'è anche un'altro elemento. La vecchia classe politica ha trattato i giovani,per vent'anni in una maniera tremenda. Praticamente privandoli del diritto al lavoro in molti casi e ad un lavoro sicuro in quasi tutti gli altri.
L'avranno fatto in buona fede. L'avranno fatto per errore o saranno stati costretti dal contesto generale, per carità. ma così è.
I giovani che dagli anni '90 ad oggi sono stati trattati in questo modo, ora sono adulti che vivono in molti casi tutto il peso della precarietà, e spesso della povertà.
Ovviamente non possono giudicare bene i partiti che hanno governato fino ad oggi.
Quella dei giovani tartassati dalle leggi così dette liberiste (in salsa italica) degli anni '90 e 2000, sono l'elettorato emergente. Intendo in senso numerico.
Mentre la fascia che in qualche modo si era cercato di tutelare(quella che per semplificare potrebbe essere definita dei genitori) non solo si riduce fisiologicamente per ragioni demografiche ovvie, ma in molti casi si è vista sottrarre improvvisamente tutti i diritti acquisiti e il minimo di benessere raggiunto durante l'ultima crisi.
Infatti se la vecchia classe politica era riuscita a mantenere un certo benessere in una fascia di popolazione, vi era riuscita solo col vecchio strumento del debito pubblico ed estero. E del resto in che altro modo poteva riuscirci se incoraggiava in tutti i modi la delocalizzazione dell'industria e dei capitali?
E'abbastanza improbabile che qualcuno mi segua fino a questo punto, ma adesso viene il punto principale.
Se questa situazione ha sulla politica gli effetti ovvi che stiamo vedendo, meno evidente è ciò che si sta abbattendo sulla società.
Come abbiamo detto, un buon quaranta per cento delle persone che hanno meno di quarant'anni sarebbe oggi disoccupata o povera.
Fino ad oggi non si è notato perchè questa fascia povera si è ingigantita solo negli ultimi anni. Via via che all'età adulta pervenivano i giovani soggetti alla rivoluzione liberista degli anni '90 e 2000.
Inoltre gran parte di queste persone vivevano in relativo benessere grazie al sostegno dei genitori.
Ora che i genitori invecchiano ed hanno spesso pensioni misere, o muoiono, o si ammalano, o vengono licenziati, esodati ecc. non possono e non potranno più in alcun modo sostenere i giovani e gli ex giovani figli disoccupati o precari.
Questi figli inoltre hanno ora a loro volta dei bambini da mantenere, e questi bimbi potranno per ben poco fare affidamento sui nonni. (Cerco di usare delle categorizzazioni comprensibili, ma vanno intese in senso demografico).
Il trucco che abbiamo posto sulla miseria in cui siamo sprofondati negli ultimi venti anni cadrà quindi in modo piuttosto improvviso.
E non da domani, ma da ieri. Questa infatti non è una previsione, ma un'analisi di ciò che sta accadendo ora.
Vorrei anche soffermarmi sul concetto di povertà, perchè non credo che sia molto chiaro.
Quando sento i politici parlare del problema di chi prende 1600 € al mese mi viene da piangere. Perchè la povertà che potrebbe abbattersi su migliaia di italiani non è questa. Presto milioni di persone non potranno pagare la retta scolastica, i libri e i vestiti ai figli. Questo avrà ripercussioni enormi sull'istruzione. Non potrà permettersi le cure mediche. Non potrà pagare le bollette. E non sarà "qualcuno che non paga le bollette", ma qualche milione di persone che non può assolutamente pagarle. Non voglio seguitare per non passare da catastrofista. Ma credo che la situazione sia questa.
E credo che il rischio del crearsi di questa situazione sia chiarissimo anche in molti economisti. Per cui si può discutere sul modo in cui viene affrontata questa situazione.
Ma sicuramente chi se ne rende conto e si impegna a risolverla, comunque vada, fa più bella figura di chi mostra di disinteressarsene completamente.
Monti se ne occupa in un modo che non condivido in moltissimi punti, ma almeno se ne occupa.
Grillo propone delle soluzioni a volte discutibili, ma se ne occupa. Anche altri politici se ne occuperanno certamente.
Mentre i politici e i partiti che non capiscono o ignorano questa situazione, o che l'hanno palesemente creata avranno difficoltà nel recuperare l'elettorato.
Ammettiamo pure che questo scenario sia un mio incubo.
Ammettete almeno, per favore, che sia un incubo che attanaglia moltissimi italiani.
Io poi non ci guadagno nulla a scrivere in questo blog.
Non faccio politica, potrei tranquillamente fregarmene.
Ma penso che finchè è possibile esprimere quello che si pensa si viva ancora in un paese libero.
Penso che l'Italia sia un paese libero e ne sono orgoglioso. Forse è solo per questo che scrivo.
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lunedì 5 novembre 2012
L'Italia va verso il collasso sociale e politico? E' possibile evitarlo? Proviamo a fare un'analisi della situazione.
Siamo in un nuovo periodo storico? La globalizzazione è finita nel 2008 ma ancora non ce ne siamo accorti.
Post n°538 pubblicato il 21 Ottobre 2012 da francesco1375
Dal punto di vista storico la cosiddetta "globalizzazione" è già finita.
Oggi possiamo dirlo, con la crisi iniziata nel 2008 siamo effettivamente entrati in un'altro periodo storico.
Oggi possiamo dirlo, con la crisi iniziata nel 2008 siamo effettivamente entrati in un'altro periodo storico.
La globalizzazione precedente richiedeva una quantità di risorse naturali, alimentari ecc. troppo elevato. L'economia segue queste risorse, per questo è entrata in crisi.
Quando la crisi finirà, probabilmente tra due o tre anni, vivremo in un mondo diverso.
Quando la crisi finirà, probabilmente tra due o tre anni, vivremo in un mondo diverso.
Se sarà un mondo migliore o peggiore dipende da noi.
Post n°537 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da francesco1375
Io mi trovo in una posizione che mi porta tutti i giorni in contatto con moltissime persone.
Piccoli e piccolissimi imprenditori, casalinghe, pensionati, badanti, lavoratori dipendenti, persone italiane e straniere.
Questo mi consente di avere una visione piuttosto ampia di una fetta di società.
Anche se solo nell'ambito territoriale di Firenze e dintorni.
Quello che vi posso assicurare è che lo stato d'animo della gente è completamente a terra.
Posso dire senza esagerare che lo sconforto è oltre il limite di guardia.
Conosco delle persone che prima se la cavavano benino e che oggi non hanno i soldi per comprare le scarpe ai bambini.
Gente che non sa come pagare il dentista.
E io li conoscevo da prima ed erano in una situazione completamente diversa. Attenzione, sto parlando di gente che lavora in proprio.
Non riescono a portare a casa più nulla.
Ecco alcune delle frasi più ricorrenti tra i piccolissimi imprenditori:
"Quest'anno chiudo"
"L'anno prossimo chiuderanno in tanti. Io per primo"
"Mi vergogno di dirlo, ma non riesco più a guadagnare nulla. Mi aiutano"
(gente che fino a due anni fa faceva almeno un viaggio all'estero all'anno per vacanza)
-"Non so come pagare l'assicurazione"
-"Stavolta è finita davvero"
-"Questo lavoro è diventato antieconomico"
-"Ho ridotto alcune aree della mia attività. Le spese superavano le entrate"
-"Tutta la vita in questo lavoro per ritrovarmi sul marciapiede"
Sono tutte frasi dette da molte persone diverse e che conosco da tempo. Persone vitali, non da depressi o inguaribili pessimisti.
Gente con la testa sulle spalle che i suoi conti li sa fare, anche troppo. Gente orgogliosa per natura che non ama piangersi addosso. Gente che si è fatta da sola, abituata a lavorare duro e fare sacrifici.
Al "Chiuderei, ma non ci sono alternative" che negli ultimi anni si sentiva ripetere sempre più spesso è subentrato il "devo chiudere e non ho alternative".
La mia impressione è che nei prossimi due anni chiuderanno moltissime piccole imprese, soprattutto individuali.
Si ingrosseranno così le fila dei disoccupati, già immense a causa della valanga di licenziamenti e mancati rinnovi di contratto per i dipendenti.
A frasi di questo tipo, rivolte all'ambito lavorativo, si aggiungono altre molto inquietanti. Che sento fare sempre più spesso.
-"Io non ho paura per me, ormai ho già vissuto. Ma per i miei figli".
-"Tanto ormai ho cinquant'anni, mi restano solo vent'anni di vita".
(Queste due frasi, con piccole varianti, le ho sentite ripetere moltissime volte negl'ultimi mesi, da persone disparate).
Continuamente le donne parlano tra loro di parenti o figli disoccupati.
Politicamente c'erano persone di destra e sinistra.
Ora tutti la pensano allo stesso modo.
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Lo sbarco sulla Luna è avvenuto realmente? Probabilmente si, ma sarebbe più facile credere il contrario.
Post n°533 pubblicato il 24 Settembre 2012 da francesco1375
Mi ha sempre molto incuriosito il dibattito
sulla veridicità delle missioni Apollo con
sbarco lunare.
Secondo me, dal punto di vista tecnologico, alla fine degli anni '60 si era perfettamente in grado di progettare e gestire la missione.
Anche se è vero che l'elettronica aveva raggiunto un livello molto primitivo, è altrettanto vero che opere estremamente ambiziose sono state realizzate dall'uomo
ben prima della comparsa dell'elettronica. Basti pensare alle piramidi.
Quando guardiamo a qualcosa che è stata realizzata prima dell'introduzione di tecnologie che a noi sembrano fondamentali, restiamo sempre stupefatti ed increduli, ma l'uomo ha sempre trovato la strada per arrivare a soluzioni straordinarie anche con strumenti estremamente rudimentali.
Nell'epoca Apollo tuttavia l'elettronica esisteva, erano proprio gli anni in cui si gettavano le basi per la realizzazione dei computer che noi tutti utilizziamo oggi.
Tuttavia un conto è la fattibilità tecnica della cosa, e un altro è la fattibilità pratica di un'impresa che va vista anche in termini di costi, rischi, vantaggi-svantaggi.
L'impresa lunare aveva un senso propagandistico molto elevato. Un eventuale fallimento avrebbe avuto effetti catastrofici sull'immagine degli Stati Uniti.
Ora, prendiamo per buona l'ipotesi della missione lunare falsa, ricostruita su di un set cinematografico e spacciata per vera di fronte all'opinione pubblica.
In realtà non si tratterebbe di una scelta in se per se sbagliata.
Non bisogna dimenticare cosa era l'Unione Sovietica in quegli anni, ne cosa rappresentassero gli Stati Uniti nello stesso periodo. Era un'epoca nella quale l' eventualità di una guerra nucleare tra superpotenze era percepita come imminente.
Ad un certo punto entrambe le super potenze cercavano di dimostrare la propria superiorità tecnica per dimostrare alla controparte il proprio potere e dissuaderla da un attacco. Ma si cercava così anche di affascinare l'opinione pubblica per trascinarla dalla propria parte.
Se ad un certo punto gli americani si fossero accorti della difficoltà di portare a termine l'impresa lunare senza incorrere in un fallimento e nella perdita di credibilità, sarebbe stata una scelta del tutto ragionevole, razionale e giustificata la simulazione in studio della missione. Sfruttando la grandissima capacità cinematografica di cui il Paese dispone, si poteva ottenere lo stesso effetto psicologico di un vero viaggio sulla luna, a) senza mettere a rischio la vita degli astronauti; b) senza rischiare un fallimento catastrofico sul piano dell'immagine; c) spendendo molto meno e dirottando i fondi verso altre iniziative più o meno segrete.
Per quanto riguarda la segretezza dell'operazione falso sbarco lunare, bisogna tenere presente che gli astronauti coinvolti avrebbero certamente appoggiato la cosa e mantenuto il segreto, anche se probabilmente a malincuore. Infatti quasi tutti gli astronauti delle missioni Apollo e precedenti provenivano dall'ambiente militare. Per cui, anche se la NASA era un ente civile, tutte le sue operazioni erano soggette, direttamente o no, alle autorità militari.
Essendo militari, gli astronauti erano tenuti ad obbedire agli ordini impartiti, e lo facevano con convinzione, poichè dal loro comportamento dipendeva la sicurezza nazionale.
Perchè non appoggiare un'operazione del tutto incruenta per i civili, che non metteva a rischio la loro vita ne quella dei compagni e che, per di più ,aveva un'importanza strategica superiore a quella di una guerra?
Se le missioni lunari dell'Apollo sono state davvero simulate, pensare che gli astronauti non appoggiassero l'iniziativa è davvero assurdo. Non si capisce davvero perchè non avrebbero dovuto collaborare e mantenere il segreto come veniva loro richiesto.
Stiamo ovviamente parlando del caso in cui la missione lunare sia stata simulata, il che è ancora tutto da dimostrare.
Comunque, proseguendo nell'esame dell'ipotesi, ci si domanda come avrebbe fatto l'America a nascondere una tale operazione al KGB che, con la sua rete di spionaggio, riusciva a penetrare quasi tutti i cordoni di sicurezza.
Probabilmente però, se in quegl' anni (fine '60 inizi'70) il KGB si fosse accorto dell'operazione di falso sbarco lunare, non avrebbe rivelato proprio nulla all'opinione pubblica. Questo perchè proprio contemporaneamente si stava consumando il clamoroso fallimento della missione lunare sovietica. Quest'ultima era stata tenuta segreta all'opinione pubblica, e l'URSS sosteneva di non essere interessata alla missione di sbarco lunare. In realtà era costata miliardi di rubli ed aveva prodotto soltanto un gigantesco razzo, l' N1, che praticamente non si staccava dal suolo.
Oggi sappiamo che la CIA era a conoscenza del fallimento del programma lunare sovietico, ma che non rivelò mai la cosa all'opinione pubblica internazionale, lasciando credere al mondo che l'URSS non avesse sostanzialmente partecipato alla corsa alla luna concentrandosi piuttosto su sonde automatiche e basi spaziali.
Coprì insomma il fallimento dell'URSS in questo particolare settore astronautico.
Può darsi benissimo che allo stesso modo, come contropartita, il KGB abbia ricambiato il favore fingendo di non accorgersi che le missioni lunari erano false.
Il vero punto debole di tutta la teoria del complotto lunare sta secondo me nella segretezza da parte di tutto lo staff preposto alla realizzazione del set lunare. Un lavoro che avrebbe richiesto una pletora di registi, scenografi, tecnici delle luci, cameramen ecc. Tutte persone oltretutto provenienti dal mondo dello spettacolo e quindi molto più inclini, rispetto ad un astronauta-militare, a cercare la notorietà anche rivelando il lavoro svolto.
Se la serie degli sbarchi lunari è stata una finzione, si è trattato di un capolavoro di finzione cinematografica. E come si può pretendere che chi ha realizzato o collaborato a realizzare un capolavoro, un'opera d'arte, accetti di restare per sempre nell'ombra, nell'oblio della storia.
Se è stato solo un film, qualcuno che ne ha curato la realizzazione, non avrebbe resistito alla tentazione di raccontare il proprio lavoro.
Alla fine di questo post, voglio segnalarvi un video trovato su you tube. Si tratta di un filmato d'epoca che mostra le fasi di trasporto e prelancio del razzo lunare N1 che avrebbe consentito a due cosmonauti sovietici di sbarcare sul nostro satellite naturale (anzi, ad uno, poichè l'altro sarebbe rimasto in orbita lunare). Il fallimento di questo vettore, costato milioni di rubli, pose l'URSS di fronte alla constatazione di non poter sbarcare sulla Luna. Tennero segreto il fallimento e la CIA che ne era a conoscienza copri il segreto. Perchè? Cosa ottenne in cambio?
N1 viene trasportato sulla rampa di lancio da due locomotori ferroviari.
N1 viene lanciato ma esplode subito dopo. Dopo molti tentativi ci si accorse che gli errori concettuali del razzo imponevano l'abbandono del progetto.
Ma un altro mistero avvolge questo razzo lunare: perchè il genio dell'astronautica Sergej Pavlovič Korolëv (che conobbe la prigionia dei Gulag), creatore di tutte le navette sovietiche (tranne Buran-Energia) e del razzo Soyuz (ancora oggi uno dei più utilizzati e affidabili dopo mezzo secolo), progettò l'enorme N1 che era sostanzialmente impossibilitato a volare?
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Space Shuttle: la vera storia.
Post n°532 pubblicato il 24 Settembre 2012 da francesco1375
Lo Space Shuttle è stato certamente l'oggetto più complesso e perfetto che l'uomo ha concepito per raggiungere lo spazio.
Una macchina stupenda, dalle potenzialità incredibili.
Purtroppo resterà per molto tempo un esempio sorprendente e ineguagliato.
Quando ci guarderemo alle spalle, e vedremo questa incredibile navetta spaziale resteremo sconcertati dalle sue caratteristiche ineguagliate.
Basti pensare che, con la sua uscita di scena, non esiste più un veicolo in grado di raccogliere uno oggetto nello spazio, ad esempio un satellite in avaria, e di riportarlo a terra. Non è più possibile prendere un telescopio orbitante, trasportarlo nella stiva di una navetta, ripararlo in orbita e riposizionarlo.
Tutto questo era possibile grazie allo Space Shuttle, che soprattutto aveva una potenzialità immensa: poter trasportare in orbita sullo stesso veicolo ben sette astronauti e un grosso carico.
Questa caratteristica consentiva manovre inpensabili altrimenti, infatti l'oggetto trasportato poteva essere controllato, montato e modificato dagli astronauti direttamente in orbita. Fino addirittura a poter eventualmente riporre l'oggetto nella stiva e riportarlo a terra sano e salvo, senza farlo disintegrare in atmosfera.
Era quindi un apparecchio ideale per costruire stazioni spaziali. La ISS non sarebbe stata costruita senza di lui. Ed in futuro si dovranno seguire strade totalmente diverse se si vorranno costruire stazioni di analoghe dimensioni. Intendiamoci, la cosa è possibile, i sovietici realizzarono la Mir interamente con moduli radio-comandati, ma si trattava di un'opera meno complessa.
Sarà molto difficile riparare un telescopio spaziale o riposizionare un satellite da un orbita ad un altra, come poteva fare lo Shuttle caricandolo nella sua stiva.
Lo Space Shuttle è stato l'unico veicolo costruito dall'uomo in grado di portare persone e cose nello spazio, rientrare a terra in volo planato e ripartire per decine e decine di missioni.
Tutti gli altri veicoli spaziali sono monouso. Rientrano a terra come meteore, si consumano al contatto con l'atmosfera fino a risultare inservibili una volta recuperati.
Space Shuttle aveva una forma simile ad un aereo grazie alla quale atterrava come un aliante (tutte le altre navette sono frenate da paracadute e razzi frenanti).
Questo consentiva un minore surriscaldamento dei materiali. Tuttavia doveva essere protetto da migliaia di piastrelle di zirconio e ceramiche speciali. Queste coprivano tutta la superficie del veicolo.
Orion era la navetta della NASA che avrebbe dovuto sostituire lo Shuttle. Non venne mai completata, rivelandosi uno dei tanti disastri economici dell'era W.Bush. Avrebbe dovuto atterrare alla vecchia maniera, frenata da paracadute e probabilmente avrebbe potuto essere recuperata, ma solo parzialmente .
Questa specie di Apollo ingigantito avrebbe portato sette astronauti come lo Space Shuttle e nessun grande carico. Tuttavia dopo anni di studi e miliardi di dollari investiti i tecnici dovettero arrendersi all'evidenza che non era possibile creare una capsula così protetta e frenata da essere poi riutilizzata.
Prima di essere fortunatamente cestinato da Obama, il megalomane e sconclusionato progetto Orion servì almeno a dimostrare che l'unico tipo di veicolo spaziale riutilizzabile è la navetta planante.
Ma perchè questo straordinario veicolo è rimasto un'eccezione? Se la costruzione di una navetta simile, atta a sostituirla, è sembrata impossibile di fatto ai suoi stessi ideatori, come è stato possibile realizzarla 28 anni fa?
I costi per una sua riedizione sono sembrati eccessivi. Quanto si è speso per realizzarlo?
La spesa per la realizzazione degli Space Shuttle fu enorme, quasi inimmaginabile. Del tutto simile a quella del programma lunare Apollo. Ma la cosa incredibile è che i due progetti in realtà viaggiarono sostanzialmente in parallelo, cioè, mentre si metteva a punto il programma Apollo (che procedeva a tappe forzate e veniva in un certo senso studiato in corso d'opera) si studiava lo Space Shuttle. Quindi i due studi e i costi relativi si sovrapponevano, anche se alcune componenti Apollo vennero riciclate nelle navette plananti, ad esempio i motori dell'orbiter.
Ovviamente uno sforzo così immenso era frutto della competizione tra Usa ed Urss (tanto per cambiare). E tali spese sono state affrontate purtroppo solo per scopi bellici e solo successivamente, o come scopo indotto, a fini pacifici.
Quello che molti non sanno, è che i russi stavano studiando in maniera avanzatissima una navetta planante, questo fin dall'inizio della corsa allo spazio, un progetto parallelo a quello delle capsule Vostok e Soyuz che già appariva fantascientifico agli americani.
Un progetto enormemente ambizioso di una sorta di bombardiere spaziale che veniva preso molto sul serio dagli Stati Uniti, forse troppo, visto che in realtà i russi non riuscirono a concretizzare l'enorme mole di studi e ricerche condotte in questo ramo astronautico.
Quindi in America si pensò di scompaginare i piani del nemico puntando su un obiettivo radicalmente diverso, la conquista della Luna.
A questo punto in Urss si venne a creare una situazione complicata. Infatti il progetto Soyuz andava a gonfie vele insieme al programma delle basi spaziali, tanto da superare in questo campo tecnologico gli americani. E in maniera notevolissima.
Le basi orbitanti sovietiche lasciavano a bocca aperta gli americani che fino all'impresa lunare non si avvicinavano neanche ai risultati dei russi.
In pratica, i russi stavano ottenendo risultai sorprendenti con le capsule Soyuz e le basi spaziali Salyut e contemporaneamente portavano avanti gli studi della navetta planante tipo Shuttle.
Ma il programma dell'aereo spaziale per loro si complicava enormemente. Sorgevano sempre nuovi problemi. E le risorse economiche, pur profuse in modo sconsiderato, non erano infinite.
Ecco alcuni video dei test dell'"aereo spaziale" sovietico:
Nel frattempo veniva lanciata la sfida della conquista lunare. Cosa fare? Alla fine si decise di proseguire con il programma Soyuz, abbandonare il programma della navetta planante e avviare un ciclopico programma per raggiungere per nostro satellite prima degli Stati Uniti.
Ma anche il programma di esplorazione umana della Luna si arenava in Urss a causa dei continui fallimenti dell'immenso vettore N1 (non si riusciva a sincronizzare i motori del razzo). Vennero dissipate immense risorse economiche ed intellettuali che, utilizzate in altro modo, avrebbero dato ai sovietici un vantaggio enorme in campo spaziale.
E' a questo punto che gli americani abbandonano il programma lunare che andava a gonfie vele, e se ne escono a sorpresa con una navetta planante razionale e perfettamente funzionante. Asserendo oltretutto di volerla usare per mettere in atto il famoso programma di scudo spaziale antimissile (scudo spaziale).
Sconcerto in Urss, la superpotenza, già provata dalle immense spese sostenute per il fallimentare programma lunare doveva affrontare nuove spese, davvero immense, per costruire qualcosa che assomigli allo Shuttle. Recuperare il tempo perduto dopo lo stop alla loro navetta planante originale.
Nasce lo Shuttle Buran, ma ormai il tempo è scaduto per l'impero sovietico, è il 1988 quando la risposta russa all'America parte per lo spazio, senza uomini a bordo per il suo unico viaggio, l'anno dopo crolla il muro di Berlino.
I tempi sono cambiati. Mentre i resti della navetta sovietica marciscono abbandonati qua e là, quella americana risulterà sempre sotto utilizzata rispetto ai costi di gestione. Alla fine l'uomo del ventunesimo secolo, vola nel cosmo con una navetta quasi identica a quella che portò il primo uomo nello spazio una quarantina d'anni fa.
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Voci dalla strada, voci dalla crisi.
Post n°537 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da francesco1375
Io mi trovo in una posizione che mi porta tutti i giorni in contatto con moltissime persone.
Piccoli e piccolissimi imprenditori, casalinghe, pensionati, badanti, lavoratori dipendenti, persone italiane e straniere.
Questo mi consente di avere una visione piuttosto ampia di una fetta di società.
Anche se solo nell'ambito territoriale di Firenze e dintorni.
Quello che vi posso assicurare è che lo stato d'animo della gente è completamente a terra.
Posso dire senza esagerare che lo sconforto è oltre il limite di guardia.
Conosco delle persone che prima se la cavavano benino e che oggi non hanno i soldi per comprare le scarpe ai bambini.
Gente che non sa come pagare il dentista.
E io li conoscevo da prima ed erano in una situazione completamente diversa. Attenzione, sto parlando di gente che lavora in proprio.
Non riescono a portare a casa più nulla.
Ecco alcune delle frasi più ricorrenti tra i piccolissimi imprenditori:
"Quest'anno chiudo"
"L'anno prossimo chiuderanno in tanti. Io per primo"
"Mi vergogno di dirlo, ma non riesco più a guadagnare nulla. Mi aiutano"
(gente che fino a due anni fa faceva almeno un viaggio all'estero all'anno per vacanza)
-"Non so come pagare l'assicurazione"
-"Stavolta è finita davvero"
-"Questo lavoro è diventato antieconomico"
-"Ho ridotto alcune aree della mia attività. Le spese superavano le entrate"
-"Tutta la vita in questo lavoro per ritrovarmi sul marciapiede"
Sono tutte frasi dette da molte persone diverse e che conosco da tempo. Persone vitali, non da depressi o inguaribili pessimisti.
Gente con la testa sulle spalle che i suoi conti li sa fare, anche troppo. Gente orgogliosa per natura che non ama piangersi addosso. Gente che si è fatta da sola, abituata a lavorare duro e fare sacrifici.
Al "Chiuderei, ma non ci sono alternative" che negli ultimi anni si sentiva ripetere sempre più spesso è subentrato il "devo chiudere e non ho alternative".
La mia impressione è che nei prossimi due anni chiuderanno moltissime piccole imprese, soprattutto individuali.
Si ingrosseranno così le fila dei disoccupati, già immense a causa della valanga di licenziamenti e mancati rinnovi di contratto per i dipendenti.
A frasi di questo tipo, rivolte all'ambito lavorativo, si aggiungono altre molto inquietanti. Che sento fare sempre più spesso.
-"Io non ho paura per me, ormai ho già vissuto. Ma per i miei figli".
-"Tanto ormai ho cinquant'anni, mi restano solo vent'anni di vita".
(Queste due frasi, con piccole varianti, le ho sentite ripetere moltissime volte negl'ultimi mesi, da persone disparate).
Continuamente le donne parlano tra loro di parenti o figli disoccupati.
Politicamente c'erano persone di destra e sinistra.
Ora tutti la pensano allo stesso modo.
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L'era della traduzione automatica, vocale e simultanea, è alle porte.
Post n°535 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da francesco1375
Sembra che sia vicinissimo l'avvento della traduzione vocale automatica e simultanea.
Questa tecnologia è ovviamente appetibile nel mondo di oggi, che sempre più ha bisogno di mettere in comunicazione persone di lingua diversa.
Se conoscere una o più lingue straniere è e resterà utilissimo, altrettanto utile è, oggi, permettre la comunicazione tra persone di ogni livello culturale, di ogni professione e di ogni paese.
Per quanto l'insegnamento delle lingue sia importante, il mondo di oggi impone un'accelerazione dell'intercomunicabilita tra persone di ogni parte del mondo.
Solo la tecnologia può portare a questo risultato in tempi rapidi.
Una tecnologia di questo tipo avrebbe ricadute economiche immense che potrebbero essere anche un'efficace volano per la ripresa mondiale.
Avrebbe un'impatto simile, se non superiore alla comparsa di internet negl'anni '90.
I campi di applicazione e le potenzialità sono evidenti e gigantesche.
Non stupisce che i big del settore tecnologico ci stiano lavorando alacremente e che, pare, siano vicinissimi al risultato.
Questa rivoluzione culturale potrebbe, secondo me, palesarsi entro il prossimo anno, o comunque, entro il 2015.
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Un programma semplice e gratuito di grafica 3D.
Post n°534 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da francesco1375
Se volete muovere i primi passi nella grafica 3D, o semplicemente volete divertirvi a disegnare qualcosa di tridimensionale al PC senza stressarvi troppo, credo di avere trovato la soluzione giusta per voi.
OpenFX Designer.
E' un programma gratuito di garfica 3D veramente semplice da usare, ma che può dare risultati più che buoni.
Lo segnalo perchè ho scaricato moltissimi programmi gratuiti di grafica 3D, molti difficilissimi, altri davvero scadenti. Questo invece, anche se datato, mi sembra utilizzabile anche da chi non si è mai cimentato in questo campo.
Avete le quattro visuali: dall'alto e dai due lati più il risultato 3D che potete ruotare a piacere.
Forme base che potete modificare vertice per vertice e insomma, tutto il necessario per dare sfogo alla vostra creatività (senza pretendere di competere con la Disney Pixar).
Potete usare effetti, colori ecc.
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