lunedì 6 febbraio 2012

Realtà virtuale, uno strano destino :ecco come nacque visse e morì l'immersione totale nel cyberspazio.

Realtà virtuale, uno strano destino :ecco come nacque visse e morì l'immersione totale nel cyberspazio.

Post n°515 pubblicato il 06 Febbraio 2012 da francesco1375


Venti anni fa il mondo stava per entrare in una nuova era, l’era della realtà virtuale.
Ma poi si fermò sulla soglia di questo mondo fantastico.
Ecco cosa accadde.
Alla fine degl’anni ’80, la rivoluzione informatica era ormai esplosa.
Migliaia di persone possedevano un PC, e la potenza di calcolo dei computer appariva sorprendente.
Un vasto pubblico aveva ormai familiarità con le immagini digitali, questo soprattutto grazie ai videogame ormai diffusissimi in case e locali pubblici.
Ormai tutti avevano avuto l’esperienza di interagire con un PC.
La nuova interazione uomo-macchina, la creazione dei primi ambienti tridimensionali, fecero apparire naturale un passo ulteriore: L’integrazione tra mondo reale e mondo virtuale, creato artificialmente.
Notevole divenne a questo punto anche la filmografia sul tema.
L’idea di immergere uno spettatore all’interno di un’immagine è vecchia quanto la fotografia (stereoscopio).
Quella di catapultarlo all’interno della scena di un film risale ai primi anni ’60 (Morton Elig- Sensorama). 
Ma di fatto queste tecniche non avevano mai sfondato presso il grande pubblico.
Tuttavia le potenzialità dei nuovi microprocessori e l’interesse generale, convinsero un investitore inglese che fosse giunto il momento del grande passo in avanti nel mondo dell’intrattenimento.
Era l'inizio degl'anni '90.
Costui investì moltissimo in una ditta di Leicester nel Regno Unito . (secondo altre fonti la ditta era di Palo Alto in California. Ma ho fatto una ricerca e credo di essere sicuro che invece era inglese. Ho anche trovato la relazione originale dell'azienda fatta il 9 Ottobre 1991 al Leicester Polytechnic).
Questa ditta si chiamava Industries W, sperimentava sistemi virtuali da tempo e aveva vinto, nel 1989 un premio per la "migliore tecnologia emergente".
Industries W, che successivamente si chiamerà Virtuality realizzò i primi strumenti video ludici virtuali della storia. L'impianto per produrli occupava 22.000 mq.
Si trattava di apparecchi molto complessi.
Per immergere lo spettatore nel mondo virtuale occorrevano parti ardware che circondassero l’operatore umano, e software in grado di gestire un ambiente tridimensionale credibile e che potesse interagire con le persone.
Vennero creati due strumenti: 1000CS per videogiochi da svolgersi in piedi e 1000SD per i giochi di  pilotaggio.
Il primo (1000CS) era una piattaforma sulla quale il giocatore stava in piedi. Era circondato da un anello imbottito che gli impediva di cadere o di avanzare inconsapevolmente.
1000SD era fondamentalmente una cabina.
Il giocatore indossava un casco che lo immergeva nel videogame, fornendo una visione stereoscopica a 360 gradi sia orizzontalmente che verticalmente.
Il corpo riceveva stimoli sensoriali quali vibrazioni e spostamenti dalla piattaforma. Questi stimoli seguivano quanto accadeva nel mondo virtuale. Il joystick opponeva resistenza in base ai movimenti compiuti dalle mani e alla resistenza che incontravano afferrando e usando strumenti nell’ambiente simulato.
L'anello di sicurezza del 1000CS produceva un campo magnetico intorno al giocatore, ne registrava i movimenti e li utilizzava nell'ambiente virtuale per simulare gli inseguimenti.
Alla fine l’esperienza era davvero realistica.
Chi ebbe l’opportunità di provare una di queste macchine assicura di essersi sentito letteralmente risucchiato nell’ambiente 3D. 
Tutti la descrivono come un’esperienza irripetibile e fantastica.
E se vediamo i filmati su Youtube che mostrano giocatori intenti a giocare, ci si rende conto che in effetti questi si sentivano isolati dal mondo circostante e immersi in quello del gioco.
Uno dei rari luoghi in cui il sistema divenne accessibile al vasto pubblico fu il Virtual Reality Centre  di Londra (nel 1993).
Io visitai questo spazio con alcuni amici, ma potei vedere la realtà virtuale solo dall’esterno sui monitor che mostravano in 2D il mondo nel quale si muoveva il giocatore. Potei vedere i giocatori che apparivano davvero coinvolti e seguiti da un’assistente che li faceva salire, scendere, e di tanto in tanto li sorreggeva se perdevano l’equilibrio. Ma non potei sperimentare a causa della lunga coda delle persone in attesa.
Le console erano poche, mi sembra 2, forse 3. Alla fine andammo a vedere un nostro amico che si faceva fare un tatuaggio al primo piano. Tanto, pensai, tra poco queste macchine saranno ovunque. Invece mi sbagliai, quella esperienza non si sarebbe presentata mai più.
Qualcosa non funzionava, fin dall’inizio, in questa breve avventura umana e cibernetica.
La stessa casa produttrice ammetteva che, in fase di test, il quaranta per cento dei giocatori usciva dal mondo virtuale col mal di testa.
Alla fine la realtà virtuale si rivelò un flop gigantesco.
L’esperienza di gioco era coinvolgente, ma stancante e stressante.
A parte la posizione che si doveva assumere, il casco ad esempio era molto pesante (Erano 650 grammi dichiarati ma all’atto pratico sembravano molti di più probabilmente per la resistenza opposta ai continui movimenti del collo dai cavi di controllo).
Conteneva due monitor LCD innovativi per l’epoca e di dimensioni modeste, ma comunque troppo grandi per essere posizionati ognuno davanti ad un occhio. Erano quindi posti di lato e portati alla vista da due specchi posti a 45 gradi. Questo armamentario collegato al resto dell’apparecchio con due grosse cablature era davvero scomodo per essere uno strumento di gioco.
Un altro motivo del flop fu probabilmente la quantità e la qualità dei giochi: in tutto erano solo una dozzina ma i giocatori ebbero il tempo di vederne al massimo otto. Davvero troppo pochi. Poi  la qualità: era senz’altro eccezionale all’epoca dal punto di vista grafico, ma molto banale dal punto di vista della trama e dello svolgimento.
Ben pochi giocatori poterono poi apprezzarli a pieno. Si trattava di coin-op molto costosi, si aveva a disposizione davvero poco tempo per giocare. Probabilmente pochi avranno potuto superare il primo livello. A Londra era concesso giocare soltanto tre minuti.
Ma il freno maggiore all’iniziativa fu soprattutto il costo.
Tutta l’attrezzatura costava ben 60.000 dollari. Un’enormità che portò quasi tutte le sale giochi del mondo a desistere dall’acquisto. Furono prodotti soltanto 350 “1000CS”: ben 120 finirono negli Stati Uniti ed i restanti divisi tra Europa e Australia (qui alcuni esemplari sono conservati in un museo).
L’impianto necessario si guastava facilmente e la manutenzione era molto costosa.
Alla fine il prezzo per giocare era molto salato: da uno a cinque dollari al minuto (cambio del 1993).
Sarebbe più o meno come se oggi ti chiedessero di spendere venti Euro per tre minuti di gioco. Forse più che meno.
Ai minorenni era proibito giocare perché si riteneva l’esperienza fosse troppo forte.
Gli adulti disposti a pagare così tanto e a fare lunghe code per pochi minuti di esperienza virtuale in uno sparatutto o in un gioco in cui si deponevano lettere in poligoni 3D erano troppo pochi.
Passata la curiosità iniziale ci si accorse che la clientela era ben troppo scarsa per ammortizzare i costi.
Nel giro di due anni l’esperienza della realtà virtuale video-ludica era conclusa. Relegata al ricordo di una moda passeggera e di un flop commerciale gigantesco.
Eppure dispiace che tanto dispendio di energie e creatività sia andato perso. Che il mondo si sia precluso questa possibilità.
Oggi sarebbe possibile creare apparecchi per realtà virtuale molto più economici, fruibili e coinvolgenti.  Basti pensare che, all’epoca, a creare l’ambiente virtuale era soltanto un semplice Amiga 3000, poco più di un Commodore 64.
I giochi virtuali prodotti furono:
Dactyl Nightmare
Grid Busters
Hero
Legend Quest
VTOL
Exorex
Total Destruction
Dactyl Nightmare 2
Zone Hunter
Pac-Man VR.
Teoricamente più giocatori potevano agire nello stesso spazio virtuale tramite una rete locale, a volte video a volte solo audio. Però ciò non accadde quasi mai. Erano pochissime le sale che avevano più apparecchi.
Si ipotizzava anche un collegamento remoto tramite ISDN, ma ciò non avvenne.

Note:
1)Secondo uno studente che provò l'apparecchiatura, la qualità delle immagini era ottima. Però se si ruotava oltre i 70 gradi, diventava inaccettabile. Inoltre guardando verso i piedi si aveva una sensazione di vertigine, la prospettiva in questo caso era falsata.
2) Alla realizzazione dei cabinati partecipò un ex tecnico Rolls-Royce, Richard Holmes, che prestò particolare cura alla resistenza delle piattaforme che dovevano sopportare l'usura prodotta da migliaia di utenti. Gli esemplari oggi esistenti appaiono effettivamente intatti nella loro struttura cabinata.
3) Presso Leicester si trova un centro chiamato Marconi. In questo centro di ricerca inizialmente rivolto ai Radar, furono sviluppate molte tecnologie innovative. Negli anni '70 venne sviluppato un sofisticato e costosissimo sistema di realtà virtuale. Un certo Terry Rowley che aveva lavorato in quella struttura fu, nel 1987, tra i fondatori della Industries W.
4) La plastica della struttura di 1000CS e 1000SD era di colore blù scuro e non nero come potrebbe sembrare dalle foto.
5) Industries W pensava realmente di trasporre la sua tecnologia videoludica in altri settori. Ad esempio la telemedicina.
6) In uno dei primi video-giochi Virtuality, un aliante volava verso il mare. Quando lo raggiungeva era seguito dai gabbiani. La routine dei gabbiani fu riutilizzata per creare un aggressivo Pterodattilo in un gioco successivo.
7) Una strana preoccupazione aveva colto gli sviluppatori di questi giochi: l'implicazione psicologica di essere ucciso virtualmente. Per cui quando perdevi, ad esempio se venivi colpito in uno spara-tutto oppure avevi un incidente in una simulazione di guida, vedevi il tuo alter-ego virtuale in terza persona, per ricordarti che non eri realmente tu ad essere colpito.

Fukushima: scenario allucinante, il nucleo fuso è scomparso in zone ignote. Lontanissimi da soluzione. I video del nocciolo.

Fukushima: scenario allucinante, il nucleo fuso è scomparso in zone ignote. Lontanissimi da soluzione. I video del nocciolo.

Post n°513 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da francesco1375
Fukushima, catastrofe secolare
Fukushima non è ancora domata, e per domarla serviranno circa cinquanta, ottanta anni.
Questo ormai lo ammettono tutti. Non che si trattasse di un mistero, però molti avevano tentato di fare credere all'opinione pubblica, a dispetto di ogni evidenza e cognizione, che la soluzione si sarebbe trovata in pochi anni.
Stato d'emergenza infinito
Detto questo, la centrale giapponese deve essere tenuta comunque sotto controllo.
Se la situazione sfuggisse di mano le conseguenze per la salute di milioni di persone del mondo sarebbero altissime.
Situazione: fuori controllo
Nel contesto allucinante del disastro giapponese, gli sforzi tecnologici necessari sono enormi, perchè mai l'umanità si era trovata davanti ad una situazione simile.
Una delle difficoltà maggiori, in questo momento, è sapere esattamente dove si trova il nucleo liquefatto dei tre reattori fusi.
Saperlo è fondamentale. Questa parte era costituita dalle barre di combustibile che, private del liquido di raffreddamento, si sono fuse col resto del nocciolo e sono colate sul fondo. Questo magma, chiamato corium, è colato sul fondo della centrale, e, a causa dell'enorme calore, ha potuto probabilmente penetrarlo dando inizio alla così detta "sindrome cinese" (vedi video).
Questa massa incandescente è il pericolo principale. E' infatti la parte più tossica e mortale di tutto il complesso. Non raffreddarla significherebbe, probabilmente (perchè siamo nell'ignoto fenomenico), permetterle di aprirsi una galleria nel sottosuolo. In questo caso si inquinerebbe enormemente di più la falda il mare e in generale il pianeta.
Per raffreddare questa sostanza Tepco ha usato tonnellate di acqua. E' una soluzione inedita, in passato (Chernobyl) si era utilizzata la sabbia, oltretutto con ottimi risultati (vedi video).
In base alle misurazioni effettuate, sembrava comunque che il raffreddamento ad acqua stesse funzionando. Infatti la temperatura risultava costantemente inferiore ai cento gradi. Quindi non in grado di far bollire il refrigerante ne tantomeno di produrre idrogeno esplosivo o fondere il terreno ulteriormente.
Ma i dubbi attanagliano gli esperti.
Infatti già da alcuni mesi si erano sollevati dei dubbi circa queste misurazioni. Secondo molti esperti infatti i misuratori di temperatura stanno misurando zone in cui il nucleo fuso non esiste più perchè è penetrato più in basso.
Se ciò fosse vero, in pratica, significherebbe cha la situazione non è sotto controllo e che si stanno pompando tonnellate di acqua (che viene pesantemente contaminata e va stoccata) senza un vero risultato.
Ecco perchè è fondamentale sapere esattamente dove si trova il nocciolo fuso dei reattori. Ed è difficilissimo perchè nessuno può penetrare in essi senza perdere la vita in breve tempo, mentre le stesse macchine non possono operare perchè le radiazioni danneggiano i circuiti elettronici.
Il primo video del nucleo fuso,
che però è scomparso
Il primo tentativo di vedere all'interno del nucleo distrutto della centrale è avvenuto in questi giorni.
E purtroppo sembra dare rafforzare i timori degli esperti più pessimisti.
E' stata inserita una sonda a fibra ottica (endoscopio) fino al punto in cui avrebbe dovuto trovarsi il nucleo fuso e solidificato dall'acqua nel reattore 2.
Risultato dell'esplorazione: le radiazioni sono così forti da offuscare la visione. Lampi, bagliori scintille e rottami difficilmente identificabili. L'acqua non è al livello stabilito, ma più in basso. E soprattutto non c'è traccia del nucleo fuso che si sperava di stare raffreddando. Questo è penetrato altrove.
Questo video è ancora sotto osservazione dei tecnici che lo stanno analizzando.
E che per adesso non hanno alcuna certezza.
Ecco il video (suddiviso in più parti):
http://www.youtube.com/a
http://www.youtube.com/b
http://www.youtube.com/c
http://www.youtube.com/d
Notizie
http://www.bbc.co.uk/news/world-asia-16649030
http://ienaridensnexus.blogspot.com
http://ajw.asahi.com/article/
http://www.greenreport.it/


Aggiornamento 21 Gennaio
Secondo alcune fonti: l'esame del video, secondo alcuni esperti, avrebbe sollevato il timore che il reattore 2 non potrà reggere il tempo necessario alla rimozione del carburante atomico.
Infatti per rimuoverlo non esistono le tecniche necessarie, queste dovrebbero essere pronte tra dieci anni. Ma la struttura appare molto danneggiata dal calore e forse non può reggere così a lungo. Quindi i tempi dovranno essere accelerati.

14 milioni di poveri e 2 milioni di bambini poveri in Italia, 24 milioni di disoccupati nell'UE.

14 milioni di poveri e 2 milioni di bambini poveri in Italia, 24 milioni di disoccupati nell'UE.

Post n°512 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da francesco1375


OLTRE 14 MILIONI DI ITALIANI POVERI
Un quarto degli italiani è povero.
Se ancora non bastasse la realtà che abbiamo davanti ogni giorno a sfatare la politica economica seguita negli ultimi quindici anni, ci pensa l’ISTAT.
Questi i dati delle ultime rivelazioni.
-          Povertà ed esclusione sociale aumentano nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni. (Questa è la fascia di età maggiormente investita dalle varie riforme degl'anni '90 e dei primi dieci anni del 2000).
-          Il 18,2% delle persone residenti in Italia è esposto al rischi povertà (cioè è povero).
-          Il 6,9% è in stato di grave deprivazione materiale (cioè stenta a sopravvivere) si tratta di circa quattro milioni e centoquarantaquattromila persone, non poche.
-          Il 10,2% vive in famiglie con bassa intensità di lavoro, cioè dove gli adulti non hanno un vero lavoro.
Da questi dati, ISTAT estrapola quindi che:
-          Il 24,5% della popolazione è sostanzialmente povero. Considerando che siamo 60 milioni circa, quindi i poveri dovrebbero essere più o meno quattordici milioni e settecentomila.
Si viene poi a sapere che l’ 11,5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l'abitazione.
-------------------
Io faccio parte di quella scuola di pensiero che considera un nucleo di diritti relativi alla sopravvivenza, inalienabili.
Lasciamo perdere il reddito medio che è molto basso.
Penso che uno stato dovrebbe garantire almeno le condizioni minime di sopravvivenza.
Sarò un utopista, ma io la penso così.
E invece così non è. Se qualcosa a favore dei più poveri viene fatto, viene fatto dal volontariato, lo stato fa poco e nulla (per essere indulgenti).
Questi sono i risultati delle scelte fatte, almeno negli ultimi 15 anni, dalla politica nazionale e mondiale.

Ovviamente come tutti mi auguro che Monti abbia successo.
Ma purtroppo non va sopravvalutato l'impatto delle manovre interne all'Italia.
Perchè ormai come giustamente ha notato anche il Capo dello Stato, la vera partita si gioca all'interno dell'Europa e nel Rapporto tra Europa e mondo globalizzato in crisi sistemica.
Ripropongo anche quest'altro post
In Italia quasi due milioni di bambini poveri. E' una vergogna. Dopo vent'anni di riforme e di sacrifici.
A cosa sono serviti?
Sono 10 milioni 229 mila i minori in Italia: 1.876.000 vivono in povertà e il 18,6% in condizione di deprivazione materiale.
"Deprivazione materiale" significa che non possono nutrirsi, e vestirsi in modo adeguato.
Era facile intuirlo con milioni di genitori disoccupati.
Ma è Save The Children a diffondere questo dato drammatico alla vigilia della Giornata dell'Infanzia che si celebra il 20 novembre.
Il dato segna un drammatico aumento rispetto agli anni precedenti.
L'anno corso infatti erano 1.756.000.
Purtroppo questi risultati, non possono non sollevare dubbi sull'efficacia delle politiche economiche portate avanti negl'ultimi venti anni.
Perchè la crisi non ci sarebbe stata senza venti anni di scelte economiche scellerate in tutto il mondo.
E probabilmente non ci sarebbe stata senza i dieci anni di guerra (inutile) di Bush.
Obama, servendosi di pochi uomini dei servizi segreti, ha colpito Bin Laden. A che sono serviti dieci anni di guerra e di spregio dell'ONU.
E' giusto ricordare il passato.
Perchè poi le conseguenze alla fine sono queste.
Sono i milioni di bambini poveri anche nei paesi che un tempo erano ricchi in aggiunta ai milioni di milioni di bambini che continuano a morire di fame nei paesi poveri.
E' la miseria.
Io non sono indignato, sono scandalizzato da tutto quello che è stato fatto negli ultimi dieci anni.
Anche della mancanza di memoria.
E i famosi "speculatori", le famose banche, che ora tutti criminalizzano. In realtà fanno quello che fanno grazie a leggi, e accordi internazionali che sono stati studiati, decisi e approvati negli anni passati.
Fanno quello che gli è stato detto di fare.
E queste sono le conseguenze.
Ci vorrebbe un sussidio, come esiste in tanti paesi civili, per chi è costretto da questo tipo di economia a non lavorare.
Quasi due milioni di disoccupati contando soltanto i giovani tra i 25 ed i 34 anni.
E' record.
Secondo le ultime rilevazioni, in Italia, oltre un quarto dei giovani è costretto a non lavorare.
Infatti, addirittura il 25,9 % dei giovani che hanno tra i 25 ed i 34 anni, è disoccupato.
La media dell'Unione Europea (comprensiva di paesi come Polonia e Romania che certo hanno risorse economiche inferiori alle nostre che saremmo la quinta potenza mondiale) è "soltanto" del 15,7 %.
Questo ci candida a raccogliere l'ambito premio di "paese più disoccupato d'Europa".
Un premio cui evidentemente teniamo moltissimo dato che il problema della disoccupazione è da decenni al centro dei programmi dei nostri governi, ed aumenta sempre più.
Comunque: l'esercito dei giovani disoccupati (molti dei quali ormai con figli a carico) conta ormai 1.944.000 unità.
Quindi praticamente più di due milioni perchè oggi come oggi mi sembrerebbe giusto aggiungerci anche gli immigrati (regolari o no) presenti sul territorio, disoccupati, nella stessa fascia di età. Perchè di fatto ci sono, è surreale continuare a fingere che non esistano.
A questi vanno aggiunti tutti quelli che hanno lavori assolutamente precari e non sufficienti a garantire una vita autonoma (a noi risultano essere una percentuale rilevante degli occupati giovani).
Ad esempio, altro dato che emerge ora gli "apprendisti" sono più di 530.000, insomma circa mezzo milione (non nascondiamoci dietro un dito, sappiamo tutti cosa è di fatto  l'apprendista in un paese dove gli unici apprendisti che si cercano sono gli "apprendisti esperti"). Vogliamo citare anche altre categorie? Potremmo aggiungere i lavoratori a progetto e quelli a chaimata che non risultano disoccupati, quelli che si gettano in disperate avventure imprenditoriali che chiudono dopo pochi anni (negozietti accanto a mega-centri commerciali ecc.), i venditori porta a porta o via telefono di prodotti invendibili (quasi sempre senza fisso e con pochi euro di percentuale al mese) ecc. ecc.  E chi più ne ha più ne metta.
Tutti giovani "occupati" che ad essere seri andrebbero sociologicamente conteggiati tra i senza lavoro.
In questo quadro, oggettivamente deprimente, spicca un dato ancora peggiore.
Riguarda la disoccupazione nella fascia di età compresa tra i 25 ed i 54 anni che arriva al 23,2% (in crescita).
Questo dato indica che la disoccupazione è di lunga durata, che sono moltissimi i disoccupati con famiglia e quindi i figli che non possono fare affidamento sull'aiuto dei genitori.
Ma anche, che chi oggi ha 30-35 anni ed è disoccupato probabilmente lo rimarrà, quindi se vorrà sopravvivere potrà contare solo sul magnifico stato sociale italiano.
fonti
televideo rai
rai
ADN Kronos
In Europa più di 24 milioni di disoccupati.
Per la serie: le promesse mantenute dell'Europa Burocratica
In Europa i disoccupati sono circa 24 milioni.
Ad Agosto 2011 i 22.228.000. Ma a Febbraio del 2010 si era raggiunto il massimo storico con ben 24.461.000.
Variazioni di questo tipo sono oscillazioni stagionali.
Considerando anche gli inoccupati, cioè coloro che hanno rinunciato a cercare un lavoro ed un certo numero di cittadini talmente emarginati da non essere censiti (immigrati irregolari, minoranze etniche ecc.) è del tutto probaqbile un totale di circa 25 milioni.
Un numero di persone simile all'intera popolazione di Pechino.
Inoltre, siccome il numero dei poveri supera di gran lunga quello dei disoccupati, significa che molte persone che lavorano, in realtà guadagnano pochissimo (sempre riferendoci all'UE).
Il calcolo si riferisce solo ai cittadini dell'Unione, conteggiando i cittadini degl'altri paesi europei e della Russia il numero sarebbe ovviamente più alto.

Continuiamo a seguire la strada seguita fin ora, e ci troveremo in una bella situazione. Ci vuole poco ad intuirlo.

Queste righe vorrebbero essere di stimolo e riflessione costruttiva più che di protesta.
La speranza è sempre l'ultima a morire.
Ho tolto mpure alcune riflessioni completamente personali perchè questi problemi andrebbero affrontati indipendentemente dall'orientamento politico.
Ho ulteriormente "limato" questo post per renderlo più leggibile e meno di parte.
Infatti la situazione è tale che sempre di più spero che Monti in qualche modo ce la faccia.
Se cedesse l'Europa sicuramente passeremmo un periodo pessimo. Non ci resta che sperare che l'Europa cambi per sopravvivere. Che non possa restare come era prima ormai è riconosciuto da tutti. La gente se ne era accorta da anni e anni, ma alla fine ci sono arrivati anche gli altri.