giovedì 27 ottobre 2011

Disoccupati in Italia: Quasi due milioni di disoccupati solotanto tra i giovani tra i 25 ed i 34 anni. E' record.

Disoccupati in Italia: Quasi due milioni di disoccupati solotanto tra i giovani tra i 25 ed i 34 anni. E' record.

Post n°481 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da francesco1375
Secondo le ultime rilevazioni, in Italia, oltre un quarto dei giovani è costretto a non lavorare.
Infatti, addirittura il 25,9 % dei giovani che hanno tra i 25 ed i 34 anni, è disoccupato.
La media dell'Unione Europea (comprensiva di paesi come Polonia e Romania che certo anno risorse economiche inferiori alle nostre che saremmo la quinta potenza mondiale) è "soltanto" del 15,7 %.
Questo ci candida a raccogliere l'ambito premio di "paese più disoccupato d'Europa".
Un premio cui evidentemente teniamo moltissimo dato che il problema della disoccupazione è da decenni al centro dei programmi dei nostri governi, ed aumenta sempre più.
Comunque: l'esercito dei giovani disoccupati (molti dei quali ormai con figli a carico) conta ormai 1.944.000 unità.
Quindi praticamente più di due milioni perchè oggi come oggi mi sembrerebbe giusto aggiungerci anche gli immigrati (regolari o no) presenti sul territorio, disoccupati, nella stessa fascia di età. Perchè di fatto ci sono, è surreale continuare a fingere che non esistano.
A questi vanno aggiunti tutti quelli che hanno lavori assolutamente precari e non sufficienti a garantire una vita autonoma (a noi risultano essere una percentuale rilevante degli occupati giovani). Ad esempio, altro dato che emerge ora gli "apprendisti" sono più di 530.000, insomma circa mezzo milione (non nascondiamoci dietro un dito, sappiamo tutti cosa è di fatto  l'apprendista in un paese dove gli unici apprendisti che si cercano sono gli "apprendisti esperti". Poi se ci vogliamo prendere in giro da soli, seguitiamo pure). Vogliamo citare anche altre categorie? Potremmo aggiungere i lavoratori a progetto e quelli a chaimata che nnon risultano disoccupati, quelli che si gettano in disperate avventure imprenditoriali che chiudono dopo pochi anni (negozietti accanto a mega-centri commerciali ecc.), i venditori porta a porta o via telefono di prodotti invendibili (quasi sempre senza fisso e con pochi euro di percentuale al mese) ecc. ecc.  E chi più ne ha più ne metta.
Tutti giovani "occupati" che ad essere seri andrebbero sociologicamente conteggiati tra i senza lavoro.
In questo quadro, oggettivamente deprimente, spicca un dato ancora peggiore.
Riguarda la fascia di età compresa tra i 25 ed i 54 anni che arriva al 23,2% (in crescita). Questo dato indica che la disoccupazione è di lunga durata, che sono moltissimi i disoccupati con famiglia e quindi i figli che non possono fare affidamento sull'aiuto dei genitori. Ma anche, che chi oggi ha 30-35 anni ed è disoccupato probabilmente lo rimarrà, quindi se vorrà sopravvivere potrà contare solo sul magnifico stato sociale italiano (risaputamente tra i più efficienti del mondo).
fonti
televideo rai
rai
ADN Kronos

In Europa più di 24 milioni di disoccupati.

In Europa più di 24 milioni di disoccupati.

Post n°480 pubblicato il 23 Ottobre 2011 da francesco1375
In Europa i disoccupati sono circa 24 milioni.
Ad Agosto 2011 i 22.228.000. Ma a Febbraio del 2010 si era raggiunto il massimo storico con ben 24.461.000.
Variazioni di questo tipo sono oscillazioni stagionali.
Considerando anche gli inoccupati, cioè coloro che hanno rinunciato a cercare un lavoro ed un certo numero di cittadini talmente emarginati da non essere censiti (immigrati irregolari, minoranze etniche ecc.) è del tutto probaqbile un totale di circa 25 milioni.
Un numero di persone simile all'intera popolazione di Pechino.
Il calcolo si riferisce solo ai cittadini dell'Unione, conteggiando i cittadini degl'altri paesi europei e della Russia il numero sarebbe ovviamente più alto.

Cyberguerra: Droni USA infetti e attacchi a catena tra potenze. "Il mondo che verrà" sarà il solito vecchio mondo?

Cyberguerra: Droni USA infetti e attacchi a catena tra potenze. "Il mondo che verrà" sarà il solito vecchio mondo?

Post n°477 pubblicato il 12 Ottobre 2011 da francesco1375
I droni USA operanti in Afgenistan sono stati infettati da un virus misterioso.
I tecnici dell'esercito hanno scoperto l'infezione ma non sono riusciti a capire il tipo di minaccia cui si trovano davanti.
Gli aerei senza pilota continuano a funzionare regolarmente. Il sospetto è che si tratti di un Keylogger, o comunque di un virus concepito per inviare dati riservati a qualcuno.
Qualcuno che sarebbe interessato a carpire i segreti delle più sofisticate tecnologie di difesa americane.
Qualcuno con tecnologie sufficienti a penetrare nei sistemi di difesa dell'esercito.
Qualcuno che ha creato un virus in grado di diffondersi in numerosi velivoli senza pilota e nella super protetta Creech Air Force Base. Dove ha colpito sistemi segretissimi.
Un virus peraltro quasi impossibile da rimuovere.
Con questi presupposti è poco credibile che il virus sia entrato nel sistema per errore.
Probabilmente il caso va inquadrato all'interno della guerra sotterranea tra super potenze.


Infatti, da tempo è in corso una vera battaglia di spionaggio e sabotaggio condotta a colpi di attacchi informatici.
Un caso non lontano di cyber-attacco riguarda l'Estonia.
Ma i casi sono ormai centinaia. E si stanno moltiplicando in tutto il mondo.
Da notare che gli autori restano solitamente nascosti, così che, ad ogni attacco, si scatena la caccia al responsabile e l'immancabile smentita ufficiale dell'accusato.
Ma sembra evidente che dietro i vari attacchi, ci sia sempre una struttura statale o militare, perchè le risorse impiegate sono troppo evolute e costose per essere messe in campo da un semplice pirata. Anche se internet, si sa, è il regno delle sorprese.
La verità è quasi certamente questa: Tutte le grandi potenze si stanno scambiando scaramucce telematiche. Sempre meglio delle bombe, ma comunque la cosa è sintomatica.
Questa battaglia la dice lunga sulle tensioni che si stanno accumulando tra le potenze mondiali. A dispetto dei buoni rapporti di facciata, è in corso una vera e propria battaglia per accaparrarsi le migliori risorse strategiche nel mondo "post-crisi", o "post-globalizzazione". Insomma, "il mondo che verrà" sarà il solito vecchio mondo.

Nucleare: per "Times" di Londra l'Iran ha messo in funzione un reattore pericolosissimo, un Frankenstein atomico.

Nucleare: per "Times" di Londra l'Iran ha messo in funzione un reattore pericolosissimo, un Frankenstein atomico.

Post n°476 pubblicato il 08 Ottobre 2011 da francesco1375
Il sito dell'ANSA riporta una notizia poco rassicurante:
Secondo un dispaccio dio fonte iraniana, finito nelle mani del Times di Londra, l'Iran avrebbe assemblato e messo recentemente in funzione uno dei reattori più pericolosi di sempre.
La qestione starebbe in questi termini: La costruzione del reattore iniziò nel '75 per mano di maestranze tedesche.
La ditta che aveva in appalto i lavori lasciò l'opera costruita solo in parte. Poi, a seguito della rivoluzione iraniana del '79 abbandonò i lavori.
Durante la guerra trà Iran e Iraq, il cantiere abbandonato venne bersagliato pesantemente.
Semi distrutto dai bombardamenti e dai fori di proiettili, ciò che restava del reattore lasciato a metà fu per anni preda delle intemperie.
Negli anni '90 ricominciarono i lavori eseguiti da ditte russe.
Queste avrebbero voluto iniziare un nuovo progetto, perchè il loro reattore era completamente diverso da quello (ormai oltretutto obsoleto) iniziato dai tedeschi venti anni prima. E magari in un'altra zona, perchè quella su cui sorgeva il cantiere era una tra le più sismiche del mondo.
Ma gli iraniani avevano speso già cifre enormi sulla costruzione originale, così imposero ai russi di proseguire sullo stesso sito riciclando il rudere esistente.
Inizia così la costruzione di quello che il Times definisce un Frankenstein atomico.
Cioè l'innesto di un reattore russo a sviluppo orizzontale sui resti di un reattore tedesco a sviluppo verticale. Per ottenere il risultato ai tecnici russi fu data ampia licenza di interpretare come meglio potevano le norme di sicurezza. Molte delle parti riutilizzate del primogenio progetto erano ormai danneggiate e senza più neanche i libretti di istruzione.
Ovviamente preoccupati i paesi confinanti come il Kuwait che avrebbero ripetutamente chiesto chiarimenti sul progetto ricevendo rassicurazioni. Non tutti però si sentono rassicurati.
http://www.ansa.it/web/notizie/

venerdì 7 ottobre 2011

Addio a Steve Job, l'uomo che più di chiunque altro ha reso il pc utile alla gente comune.

Addio a Steve Job, l'uomo che più di chiunque altro ha reso il pc utile alla gente comune.

Post n°475 pubblicato il 06 Ottobre 2011 da francesco1375
Purtroppo se ne è andato Steve Job, l'uomo della Apple, l'uomo del Mac.
Su di lui si è detto molto, e anche io voglio dire cosa penso di lui.
La sua importanza, ed il motivo per cui è diventato un simbolo, non è solo il suo carisma, ma l'importanza pratica e concreta delle sue realizzazioni.
Innanzitutto è stato tra i primissimi a concepire un Computer di dimensioni ridotte, acquistabile e utilizzabile da chiunque.
E per farlo funzionare fu tra i primi (secondo molti il primo) ad aver ideato l'interfaccia ad Icone, con pochi amici, che è poi diventato il modo in cui ognuno di noi è in grado di rapportarsi ad un Computer senza bisogno di essere un tecnico specializzato.
Già dai primissimi modelli, i suoi prodotti lasciavano a bocca aperta per le prestazioni.
Per cui, per molti anni, chi comprava un Apple si trovava tra le mani un oggetto eccellente, semplicemente imparagonabile alla concorrenza.
I suoi Computer sono sempre stati impareggiabili per prestazioni, stabilità e sicurezza.
Per lunghissimi anni, praticamente fino ad oggi, chiunque abbia lavorato professionalmente con la grafica si è dovuto arrendere all'evidenza della superiorità dei Mac.
Ma se oggi anche un PC modesto può padroneggiare le più comuni applicazioni multimediali, fino agli anni '90 era impensabile fare grafica con un Computer che non fosse stato prodotto a Cupertino. Era quasi impossibile. Semplicemente i PC comuni si bloccavano mentre lavoravi, e i Mac no.
Il segreto dei Mac era ed è uno solo: Mentre la maggior parte dei PC sono un assemblaggio di elementi hardware e software di provenienza diversa, un Mac è sempre stato un qualcosa di concepito per intero seguendo un processo organico che toccava ogni minimo dettaglio, dal pulsante di accensione all'icona sul monitor.
Per questo motivo i conflitti di sistema, i bug ecc. sono sempre stati ridotti al minimo, anzi pressoché nulli.
E addirittura la "scocca" dell'apparecchio e le periferiche sono sempre state di massimo livello e concepite in modo specifico per quel dato apparecchio.
Steve trovava sempre le persone migliori per lavorare alle sue idee, e seguiva personalmente lo sviluppo in tutta la fase realizzativa. Per questo ciò che scaturiva dal suo gruppo di lavoro, è sempre stato perfettamente coerente. E teniamo conto che un apparecchio elettronico comprende milioni elementi, diversi anche per genere.
Anche molte caratteristiche dei Mac, non erano segrete, tuttavia erano così geniali ed evidentemente difficili da emulare, che ancora oggi non sono presenti sui comuni computer.
Ad esempio, nei Mac, sul disco rigido i dati non vengono scritti in disordine ed in punti a caso del disco rigido come avviene nei comuni PC. Vengono invece trascritti in ordine, senza lasciare spazi vuoti. E' questo uno dei motivi per i quali, un Mac, poteva vantare prestazioni superiri con un processore anche relativamente poco potente rispetto a quello di un pc (che è perennemente occupato a ricercare i dati qua e la per il disco). Ovviamente a parità di potenza i risultati erano quindi enormemente superiori.
Questa caratteristica rendeva inoltre inutile la deframmentezione del disco rigido. Appunto perchè i dati non erano frammentati.
Alla fine il successo di Job era dovuto al fatto di avere prodotto per lunghissima anni i migliori computer disponibili.
Mi riferisco qui soprattutto ai modelli della prima lunga fase.
E' per spiegare che Steve non è un simbolo come ce ne sono tanti, un guru come spesso viene definito, ma una persona molto concreta, un uomo che è stato apprezzato per avere dato all'umanità degli strumenti che davvero hanno cambiato il modo di vivere e lavorare.
La grandezza di Steve non è tanto in ciò che ha fatto negli ultimissimi anni con l' iMac, l' iPad e l'iPhone, ma cosa ha fatto prima di arrivarci, e per arrivarci.
Non era in realtà un esperto di immagine e comunicazione.
Caso mai era una persona che veramente capiva la gente, i bisogni e le potenzialità della gente. Come pochi altri.
Sia che fossero sui collaboratori sia che fossero sui clienti.
La sua genialità e l'utilità davvero storica delle sue "creature" sono pari a quello che ha permesso alla gente di fare.
E' stato questo a dargli lo spessore e l'immagine che ha avuto.
Sono davvero addolorato per la sua scomparsa. Abbiamo perso tanto.

sabato 1 ottobre 2011

Nel 2013 la crisì sarà finita ed avremo una ripresa repentina ma squilibrata e fragile.

Secondo me la recessione mondiale finirà nell'arco del 2012, mentre nel 2013 avremo una crescita globale molto alta. In linea di massima il sistema ha retto il colpo. Non ci sono state ripercussioni catastrofiche come negli anni 20-30 del '900. Stando così le cose, visti i correttivi sia pure modesti che sono stati messi in atto a livello mondiale e la naturale tendenza del sistema economico ad autocorreggersi, una crisi di questo tipo non può durare più di 5 anni.
Ci sono molti segnali che indicano una fase di stallo sostanziale nel 2012 ed una fortissima ripresa nel '13.
Tuttavia sarà una ripresa molto squilibrata che non riguarderà tutti i paesi.
Nasceranno potenze mondiali oggi insospettabili, alcune potenze emergenti attuali invece poterebbero cedere.
Per quanto riguarda l'occidente invece avremo una situazione a macchie di leopardo molto nette.
Sarà una ripresa purtroppo che accentuerà di molto le differenze pre-crisi e che si baserà su molte scelte tampone poco organiche.
Tutte le contraddizioni resteranno aperte, per cui sarà una ripresa mondiale enorme ma con fondamenta molto fragili.