Post n°481 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da francesco1375
Infatti, addirittura il 25,9 % dei giovani che hanno tra i 25 ed i 34 anni, è disoccupato.
La media dell'Unione Europea (comprensiva di paesi come Polonia e Romania che certo anno risorse economiche inferiori alle nostre che saremmo la quinta potenza mondiale) è "soltanto" del 15,7 %.
Questo ci candida a raccogliere l'ambito premio di "paese più disoccupato d'Europa".
Un premio cui evidentemente teniamo moltissimo dato che il problema della disoccupazione è da decenni al centro dei programmi dei nostri governi, ed aumenta sempre più.
Comunque: l'esercito dei giovani disoccupati (molti dei quali ormai con figli a carico) conta ormai 1.944.000 unità.
Quindi praticamente più di due milioni perchè oggi come oggi mi sembrerebbe giusto aggiungerci anche gli immigrati (regolari o no) presenti sul territorio, disoccupati, nella stessa fascia di età. Perchè di fatto ci sono, è surreale continuare a fingere che non esistano.
A questi vanno aggiunti tutti quelli che hanno lavori assolutamente precari e non sufficienti a garantire una vita autonoma (a noi risultano essere una percentuale rilevante degli occupati giovani). Ad esempio, altro dato che emerge ora gli "apprendisti" sono più di 530.000, insomma circa mezzo milione (non nascondiamoci dietro un dito, sappiamo tutti cosa è di fatto l'apprendista in un paese dove gli unici apprendisti che si cercano sono gli "apprendisti esperti". Poi se ci vogliamo prendere in giro da soli, seguitiamo pure). Vogliamo citare anche altre categorie? Potremmo aggiungere i lavoratori a progetto e quelli a chaimata che nnon risultano disoccupati, quelli che si gettano in disperate avventure imprenditoriali che chiudono dopo pochi anni (negozietti accanto a mega-centri commerciali ecc.), i venditori porta a porta o via telefono di prodotti invendibili (quasi sempre senza fisso e con pochi euro di percentuale al mese) ecc. ecc. E chi più ne ha più ne metta.
Tutti giovani "occupati" che ad essere seri andrebbero sociologicamente conteggiati tra i senza lavoro.
In questo quadro, oggettivamente deprimente, spicca un dato ancora peggiore.
Riguarda la fascia di età compresa tra i 25 ed i 54 anni che arriva al 23,2% (in crescita). Questo dato indica che la disoccupazione è di lunga durata, che sono moltissimi i disoccupati con famiglia e quindi i figli che non possono fare affidamento sull'aiuto dei genitori. Ma anche, che chi oggi ha 30-35 anni ed è disoccupato probabilmente lo rimarrà, quindi se vorrà sopravvivere potrà contare solo sul magnifico stato sociale italiano (risaputamente tra i più efficienti del mondo).
fonti
televideo rai
rai
ADN Kronos