giovedì 7 aprile 2011

Fukushima. Hanno aspettato troppo. Sul campo scarsi progetti, mezzi e uomini. La situazione può precipitare.

Fukushima. Hanno aspettato troppo. Sul campo scarsi progetti, mezzi e uomini. La situazione può precipitare.

Post n°432 pubblicato il 05 Aprile 2011 da francesco1375
5 AprileOre 6,00 circa
Hanno aspettato troppo.
Per un motivo o per un altro non sono quasi a nulla. Basta vedere quel poco che ci fanno vedere.
Dove sono i mezzi di intervento?
Una situazione simile richiede centinaia di elicotteri, centinaia di camion, migliaia di lavoratori.
E tutto questo non c'è.
Si va avanti con qualche ditta che regala un camion, una prefettura che offre una chiatta che neanche serve...
Non c'è niente di dispiegato su quel campo di battaglia.
La realtà è questa: In URSS la centrale era statale, e l'intervento fu gestito dallo stato.
In un contesto economico in cui non si faceva caso a parametri economici come in un'economia normale.
Lo stato poteva gestire i capitali come voleva, anzi, essendo comunista, possedeva l'intero patrimonio statale, dalla prima fabbrica o campo, fino all'ultimo  supermercato.
Era una dittatura che poteva imporre ai suoi cittadini sacrifici enormi, e disporre della loro vita come voleva.
Alla soluzione di Chernobyl furono dispiegate risorse economiche e umane enormi, sembra anche molto maggiori del necessario.
Qui invece siamo in una democrazia moderna, in un sistema economico di mercato normale.
E qui dobbiamo vedere se questa tecnologia, quando crea questi problemi è gestibile dalla nostra economia.
Perchè ogni camion va comprato, ogni elicottero va comprato, ogni pala va comprata, ogni tonnellata di cemento va comprata.
E per comprarla occorrono miliardi e miliardi di Euro (anzi di yen).
E se non hai i soldi per pagare questi materiali, non te li da nessuno.
Perchè sono materiali costosi. Provate a immaginare quanto costa un camion con pompa per cemento. Chi lo produce ha investito miliardi. Raramente potrà regalarlo. E lo stesso vale per qualunque altra cosa.
Ed ogni cosa qui va usata una volta sola, poi diventa una scoria.
Usi un camion per due o tre viaggi, lo butti e ne prendi un'altro.
Non occorre qualche camion, qualche trattore, qualche elicottero, ma intere linee produttive di mezzi e strumenti.
Nessuna fabbrica potrebbe fare questo senza essere pagata, altrimenti fallirebbe.
Mentre a Chernobyl, il proprietario dell'impianto era lo stato. Ed era anche il proprietario ed il produttore di ogni mezzo utilizzato. Quindi in sostanza non doveva comprare nulla, e quello che prendeva non doveva neanche requisirlo, perchè di diritto apparteneva a lui ed era solo in uso a chi lo utilizzava. Allo stato sovietico bastava eventualmente ricostruire con calma successivamente ciò che aveva utilizzato.
Io penso proprio che la situazione sia ancora così lontana dall'essere risolta, proprio perchè servirebbero 20-30 miliardi di Euro, e chi sta gestendo la situazione non li ha ne è nelle condizioni di chiederli in prestito.
Quindi lavora a quasi a mani nude e preso dal panico non riesce ad elaborare un piano.
Anche l'elaborazione di un progetto serio di intervento richiederebbe centinaia di scienziati, fisici, ingeneri, architetti. E probabilmente non ci sono neanche i soldi per finanziare la progettazione dell'intervento.
Il mio timore è che alla fine si stia trascinando la situazione fino al punto in cui si renda obbligatorio un grande sforzo internazionale, quando anche in altri paesi risulteranno evidenti i danni.
Forse sarebbe meglio iniziare subito questo intervento senza badare a spese, per il bene di tutti. Perchè più si aspetta più la situazione si aggrava.
Facio un esempio, un conto è se almeno resta in piedi la struttura di contenimento primario a parare la radioattività radiante diretta, un conto è se ti ritrovi con il nucleo esposto tra cumuli di macerie, a quel punto come si potrebbe intervenire? E quanto può reggere questa struttutra a sitazioni di emergenza così estreme? Più passa il tempo più si indebolirà. Perchè niente può essere stato preogettato prevedendo questa situazione di stallo, mai neanche ipotizzata.
Secondo me, questa è solo una mia opinione che spero davvero sbagliata, entro domenica la situazione può precipitare totalmente.
Aggiornamento 5 aprile 2011 ore 20,45
E' possibile che la radioattività in mare, non provenga solo da una falla in qualche condotta, ma che sia acqua di falda irradiata dal nocciolo fuso di un reattore che poggia sulla base del contenitore primario. Potrebbe forse avere forato il fondo e poggiare sulla roccia sottostante dove può avere incontrato acque sotterranee che spesso conducono a mare, oppure non avere forato il fondo, ma essendo a contatto con lui, averlo irradiato a tal punto da ottenere lo stesso risultato. In questo caso anche versare l'acqua meno radioattiva nell'oceano e mettere quella più contaminata nei depositi di stoccaggio avrebbe poco effetto. Perchè l'acqua di falda irradiata sarebbe praticamente infinita. Speriamo di no perchè sarebbe un evento insolubile, che andrebbe considerato alla stregua di un fenomeno naturale nefasto a cui abituarsi (ma prodotto dall'uomo).
Potrebbe anche darsi che la famosa crepa sia stata provocata dalla dilatazione dei materiali dei reattori a causa del calore che potrebbe avere fratturato le fondamenta. Qui forse si potrebbe fare qualcosa in futuro.
Io credo che per quanto riguarda oceano, falda e sottosuolo ci sia ormai poco da fare. Bisogna concentrarsi sulla parte superficiale dove si può intervenire rapidamente, interrompere la contaminazione dell'atmosfera. Al sottosuolo bisognerà poi pensare in un arco molto lungo successivamente, perchè quasi certamente si tratterà di interventi lunghissimi, centenari.
L’intervento migliore in questo caso, non è “il migliore” ma il “più possibile” ed il “più rapido”. Il più rapido possibile insomma.

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